Il saluto di Paolo Carrà
Era il gennaio del 2011 quando ricevetti una telefonata inaspettata che mi diceva di inviare il mio curriculum vitae a Roma. Iniziò così quella che sarebbe diventata per dodici anni una delle esperienze più coinvolgenti e formative della mia vita. Ammetto che non avevo una conoscenza approfondita di Ente Nazionale Risi e delle sue dinamiche, ma sapevo che era un riferimento per tutti coloro che, a livello nazionale ed europeo, dovevano definire le strategie del settore. Ero consapevole, quindi, che avrei avuto sulle spalle una grande responsabilità, ma anche gli occhi puntati addosso sia per la mia giovane età e sia per il confronto con gli illustri personaggi che avevano ricoperto negli anni il ruolo di presidente.
A chi mi chiede come è stata l’esperienza di questi dodici anni, dove ho avuto modo di lavorare con nove Ministri dell’Agricoltura, con personalità della politica nazionale ed europea, con le istituzioni pubbliche regionali, con le università, con centri di ricerca, con le organizzazioni di categoria e con gli imprenditori di settore, rispondo che è stato come affrontare una discesa di sci.
Prima di affrontare una discesa devi essere preparato fisicamente, aver studiato il percorso e sei consapevole che a tratti facili, dove vai veloce, seguiranno tratti più difficili per i quali, se non vuoi farti male, devi rallentare. Mentre scendi osservi come quelli più bravi di te superano le difficoltà, ma nel contempo devi stare molto attento e guardarti attorno per evitare quelli che ti tagliano la strada, rischiando di farti cadere. Il tuo scopo, dopo la partenza, è quello di arrivare alla fine della discesa; arrivi stanco ma contento, ti senti soddisfatto non per il tratto facile della pista ma per aver superato quello più difficile, per essere riuscito ad evitare gli ostacoli che hai incontrato sul percorso.
Troppo lungo sarebbe elencare le attività di questi anni e pertanto ne ricordo solo qualcuna, come l’aver partecipato ad Expo 2015 in un momento dove le norme di spending review limitavano fortemente l’attività di promozione, l’aver portato più volte l’Ente sulla TV nazionale, l’aver concluso campagne di promozione nazionale ed europee, l’ottenimento della clausola di salvaguardia, i progetti scientifici sulla sostenibilità in risicoltura, la precision farming e l’indagine clinica sul rapporto tra riso ed indice glicemico. Il Centro Ricerche sul Riso si è arricchito di nuove strutture e sono stati fatti importanti investimenti di miglioramento fondiario. La nuova sala didattica, inaugurata nel 2021, unitamente alla banca del germoplasma sono oggetto oggi di continue visite di scuole e di consumatori interessati al nostro mondo, unico ed affascinante.
Ora è arrivato il momento dei saluti ma soprattutto dei ringraziamenti. Il primo pensiero va a coloro i quali hanno creduto in me dandomi fiducia e confermandomi alla presidenza dell’Ente per tutti questi anni. Ringrazio tutti i dipendenti di Ente Nazionale Risi, persone splendide che, con la loro professionalità e voglia di fare, mi hanno sopportato e supportato durante la mia presidenza. Come ho avuto modo di dire a loro durante i saluti di fine mandato, affinché le buone idee di uno diventino realtà serve il confronto e la condivisione con tutti i collaboratori.
Un pensiero particolare al Direttore Generale dott. Roberto Magnaghi e a tutta la Direzione Generale. La sua professionalità, il rispetto dei ruoli, la sua trasparenza sono stati fondamentali affinché io potessi lavorare in serenità. Ricorderò i tanti confronti per affrontare le criticità del settore, anche accesi, ma sempre improntati al rispetto reciproco e con un sano spirito di servizio per il bene della filiera. Abbiamo condiviso un gioco di squadra unico e appassionante, un gioco di squadra che alcune volte, per necessità, è rimasto dietro le quinte ma che ha consentito all’Ente di confermare la propria solidità e trasparenza operativa.
Voglio ringraziare anche coloro che hanno accettato il confronto come mezzo per far sì che le critiche divenissero motivo di crescita; senza il dialogo e senza il confronto non si cresce.
Lascio ai lettori di questo ultimo editoriale la bontà di giudicare quanto è stato fatto. Da parte mia ho cercato di lavorare sempre con passione ed entusiasmo.
Invito tutti a toccare con mano la realtà odierna di Ente Nazionale Risi, ad essere vicino a questo ente, a contribuire alla sua crescita con un confronto continuo. Il gioco di squadra ha sempre premiato il settore, le divisioni mai ed hanno solo rallentato la crescita.
Paolo Carrà