Fra Storia e Leggenda - Ente Nazionale Risi

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FRA STORIA E LEGGENDA

Mangia il tuo riso, al resto ci penserà il Cielo.

Il proverbio è cinese. L'imperatore Kangh Hi capì 1600 anni prima di Cristo che per soddisfare le necessità alimentari della popolosa Cina ci voleva una varietà di riso precoce nella maturazione, coltivabile a settentrione della Grande Muraglia dove per il clima continentale i primi freddi autunnali arrivano anzitempo. Nacque la varietà yu-mi, il riso imperiale, che divenne sinonimo di riso precoce e che è ricordato in tante leggende orientali.

Oggi la Repubblica Popolare Cinese produce circa un miliardo e settecento milioni di quintali di riso. La quantità appare grande. Tuttavia è un terzo della produzione annuale mondiale ormai tendente ai cinque miliardi di quintali.

 

Il riso nel mondo

Nel mondo, la coltivazione del riso si è estesa negli ultimi quindici anni in modo evidente, passando da 135 milioni di ettari a circa 148 milioni. Nello stesso periodo i raccolti sono aumentati di oltre il 44%. Inoltre, è migliorata la quantità di riso ottenuta da ogni ettaro coltivato: da 24 a 32 quintali con un incremento del 32% circa. Si calcola che, oggi, ogni abitante della Terra abbia a disposizione 60 chilogrammi di riso; ossia l0 chilogrammi in più di un quinquennio fa. È già un contributo concreto, ma non sufficiente, alla lotta contro la fame con fasi altamente drammatiche in Africa, Asia, America Latina dove il riso, ampiamente coltivato, ha il posto che il pane occupa in Occidente. Basti dire che un giapponese consuma 80 chilogrammi di riso all'anno e un abitante della penisola indocinese tocca i 150 chilogrammi mentre raramente un europeo supera i 5 chilogrammi.


L'arrivo in Italia

Oltre cinquecento anni fa, la coltivazione del riso fu in Italia assecondata da una necessità impellente; dopo pestilenze, guerre interminabili e carestie nutrire nuovamente con una relativa normalità una popolazione in crescita. Occorreva per lo scopo un cereale con elevata produttività, sostitutivo dell'orzo, della segale, di varietà di frumenti ormai degenerate e il riso si rivelò adatto.

Prima di altri se ne rese conto Gian Galeazzo Sforza, duca di Milano. Inviando nel 1475 in dono ai duchi di Ferrara seme di riso, egli mise in evidenza la capacità di moltiplicazione del cereale di origine orientale: ogni sacco di semente si trasformava in dodici sacchi di riso.
Trascorreranno, però, altri decenni prima che la risicoltura ("coltivazione rinascimentale" come quelle del mais e della patata, pervenute in Europa in seguito alla scoperta dell'America) riesca ad imporsi definitivamente nella Pianura Padana.
Soltanto a metà del 1500 passerà da 5 mila a 50 mila ettari. E soltanto nel 1690, i coloni arrivati dall'Europa incominceranno a coltivare riso nella Carolina del Sud.


Primi in Europa

Il nostro Paese è il maggior produttore europeo di riso. L'estensione della risaia è di circa 200 mila ettari dislocati per ordine di grandezza nelle province di Vercelli, Pavia, Novara, Milano, Alessandria, Ferrara, Oristano, Mantova, Verona e in talune zone circoscritte centrali e meridionali.
La produzione annuale supera gli 11 milioni di quintali di risone, rappresentando lo 0,25 per cento di quella mondiale. Da ogni ettaro si ricavano mediamente 55-60 quintali mentre nel secolo scorso erano difficilmente superati i 24 quintali.
Il mercato nazionale assorbe 4 milioni e mezzo di quintali, gli altri paesi della CEE 3 milioni e mezzo e i paesi non comunitari poco meno di quattro milioni di. quintali. L'Italia è, dunque, molto attiva nelle Inesportazioni e si inserisce con quantità apprezzabili della sua produzione negli scambi internazionali che per il riso sono modesti rappresentando soltanto il 5% del raccolto mondiale. Il 95% della produzione globale è, infatti, impiegato per l'autoconsumo.

 

Le origini a Giava

I reperti fossili hanno confermato che i popoli asiatici si nutrono con il riso da settemila anni.
La pianta del riso avrebbe avuto origine nell'isola di Giava o in Cambogia. Gli Egiziani non la conoscevano né la Bibbia ne fa cenno. Invece i Greci e i Romani sapevano della sua esistenza; però consideravano il cereale una spezia. Plinio il Vecchio scrisse nella sua "Storia Naturale" che aveva foglie carnose. Teofrasto e Strabone furono più precisi.
Il viaggio del riso dall'Oriente all'Occidente presenta lati misteriosi. Forse Alessandro Magno lo fece conoscere alla Grecia.
È probabile che in Italia lo abbiano introdotto gli Arabi. Altre versioni ne attribuiscono il merito ai Veneziani.
Come documenta un "Libro della spesa" dei duchi di Savoia, il riso era già venduto a Torino nel 1300. Durante il Medioevo fu anche coltivato negli orli botanici degli Ordini monastici. I monaci di Montecassino lo avrebbero studiato a fondo e avrebbero selezionato il primo seme per le coltivazioni, dando avvio al suo successo in Occidente come alimento dalle straordinarie proprietà nutritive.

 

 

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